Home
Chi siamo
Comunità Vocazionali
Famiglia del Rogate
Itinerari Rog
Contattaci
Links
Figlie del Divino Zelo
Rogazionisti
Associazioni Rogazioniste
1
2
3
4
5
5
Ultime notizie
Tutte le News
Info
09/05/2025
VISITA CANONICA IN RWANDA
Info
8 maggio 2025 - HABEMUS PAPAM
Papa Leone XIV: un nuovo cammino per la Chiesa
Info
DOMENICA 11 MAGGIO 2025
62^ GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
Info
1 - 4 maggio 2025
Meeting Giovani Rog - ORIA (BR)
Info
28 aprile - 2 maggio 2025
Visita Canonica in Albania
Info
Video-Commento
Domenica di Pasqua
Info
Video-Commento
Domenica delle Palme
Info
11 aprile 2025
Pellegrinaggio Giubilare alla Basilica di San Giovanni in Laterano
Info
Sussidi di Preghiera
Adorazione per le Vocazioni
Info
Iscriviti alla newsletter
Se vuoi rimanere aggiornato sulle nostre
attività
e
iniziative
iscriviti alla newsletter
Ho letto la
privacy policy
e autorizzo l'invio di materiale ai sensi del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR)
Indirizzo Email non valido!
Semi di Parola
V Domenica di Pasqua – Anno C - Come io ho amato voi così amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,31-33a.34-35).
Nel momento in cui Gesù pronuncia queste parole è appena avvenuta la lavanda dei piedi: un gesto impensabile in una cultura in cui è l’inferiore che svolge servizi umili per il superiore. L’insegnamento sull’amore modellato sullo stile di Gesù riecheggia altre parole del Maestro, registrate in altri vangeli: chi vuol essere il primo sia l’ultimo; chi governa sia come colui che serve; il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire. È tutta qui la logica del vangelo: non il dominio ma la cura; non l’esaltazione ma l’abbassamento. In questo modo si diventa imitatori di Dio stesso che essendo il primo, Colui che è sopra tutto e tutti, nel suo agire può solo abbassarsi. L’amore di cui parla il vangelo (l’agàpe) va solo in una direzione: verso l’altro, mai si rivolge a sé stesso, proprio come fa Dio nei confronti del mondo ma anche all’interno del suo mistero d’amore che è la Trinità. La chiesa, intesa come comunità di coloro che testimoniano questo tipo di amore, è riflesso della Trinità perché nelle relazioni si vive la gratuità reciproca (ovviamente questo vale per come Dio desidera la chiesa, non per la sua realizzazione storica dove spesso invece prevalgono sete di potere e di dominio sugli altri, cosa che si manifesta persino nei segni visibili che distinguono i ruoli, codificati in quei tempi in cui il potere mondano si arrogava di essere emanazione della potestà di Dio). Anche oggi, nonostante la desacralizzazione del potere, rinasce la tentazione di ritenersi un’emanazione del divino (l’America è solo ultima in ordine di tempo) e ci si arroga l’autorità di interpretare persino le parole di Gesù in chiave antiumana (come chi dice che l’amore del prossimo riguarda solo la stretta cerchia dei propri affetti, giustamente criticato da chi ora si chiama Leone XIV). Per resistere e combattere questa strumentalizzazione, ancora una volta i discepoli sono chiamati a testimoniare la gratuità dell’amore e il primato del servizio sull’esempio di Gesù che non ha lavato i piedi solo agli amici (che di lì a poco lo avrebbero rinnegato e abbandonato) ma anche a chi, come Giuda, aveva già in animo di consegnarlo ai nemici. Se il criterio dell’amore è Cristo, nessuno può essere escluso in linea di principio: persino i nemici sono compresi. Il limite non è dato dal numero dei destinatari (praticamente infinito) ma solo dalla nostra incapacità di andare fino in fondo come invece ha fatto Gesù.
La Preghiera della Memoria
Attraverso i
volti
e la storia.
Belvedere del Rogate