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20 Novembre 2020 - Oria

Giornate dei Diritti dell'infanzia e dell'afoloscenza

I bambini della Comunità Educativa e del Centro Socio Educativo Diurno per Minori di Oria hanno realizzato vari laboratori per celebrare questo importante giorno per tutti i bambini e giovani. In particolare i bambini della Comunità hanno realizzato un albero le cui foglie sono le impronte delle loro piccole mani su cui ognuno ha scritto il diritto che riteneva più importante: diritto alla casa, diritto alla famiglia, diritto all’uguaglianza ecc. I bambini e ragazzi del Centro Diurno hanno invece realizzato un cartellone in cui sono stati riportati non solo i Diritti, ma anche i DOVERI di ogni bambino: dovere di andare scuola, dovere di comportarsi bene col prossimo, dovere di avere cura di se ecc… Mai come questo periodo si guarda con un occhio speciale ai bambini e ai loro diritti alcuni dei quali compromessi dall’attuale emergenza sanitaria per esempio le scuole chiuse negano il diritto all’istruzione. Ma la cosa più importante è il DIRITTO ALLA SALUTE, che deve essere garantito a tutti grandi e piccoli e con fede e speranza siamo certi che supereremo questo difficile periodo per la nostra intera comunità. La Coordinatrice Dott.ssa Federica Desiato

Semi di Parola

II Domenica di Pasqua Pace a voi (Gv 20,19-31)
È interessante notare come le prime parole che Gesù risorto rivolge ai discepoli riguardino la pace. Formalmente sembrerebbe il consueto saluto ebraico (Shalom alechèm) ma in realtà dicono molto di più: i discepoli hanno abbandonato il Signore nel momento buio della Passione e c’è chi l’ha rinnegato, come Pietro. Ma Gesù anziché agire di conseguenza lasciandoli al loro rimorso, li invita a trovare la pace; anzi, dice loro di diventare artefici di pace e di perdono, ancora una volta prendendo da lui l’esempio, come aveva già detto dopo la lavanda dei piedi. I discepoli devono amministrare il perdono non in modo arbitrario, come spesso si interpretano le parole del Risorto, ma come stile, dicendo così ciò che deve essere la chiesa: ministra di perdono perché il mondo, spesso spinto da istinti vendicativi e violenti, possa vedere che c’è un mondo diverso di affrontare i dissidi: non moltiplicando e amplificando le reazioni vendicative (pensiamo solo alle risorse sottratte alla cura e al sostentamento degli esseri umani per riarmarsi oltre ogni logica e realismo, visto che le uniche armi eventualmente deterrenti contro gli attacchi temuti sono quelle nucleari), ma aprendosi al dialogo e alla riconciliazione, insegnando, come Gesù, a fare il primo passo verso chi ha tradito la fiducia. Lo scetticismo di Tommaso nei confronti della risurrezione lo potremmo leggere come il cinismo disincantato di chi ritiene che nel mondo vince il più forte e il debole è destinato a restare piegato a terra. Nella sua risposata a Gesù (Mio Signore e mio Dio) possiamo leggere un cambio radicale di prospettiva: quelle parole che l’imperatore del tempo in cui fu scritto il vangelo (Domiziano) pretendeva per sé some riconoscimento del potere arbitrario e delirante sul mondo (ogni riferimento al nostro tempo non è casuale) sono ora rivolte a Gesù, sentito da Tommaso come il vero vincitore: se si lascia fare a chi usa la forza si è destinati alla distruzione; se si ha il coraggio di costruire la pace, invece, non si salva solo sé stessi o il proprio gruppo o nazione, ma il mondo intero. Ed oggi questo è drammaticamente vero. L’utopia di Papa Francesco nel voler perseguire la pace a tutti costi è stata in continuità con quelle prime parole pronunciate dal Risorto e affidate come unica vera eredità alla chiesa di ogni tempo. Le parole finali del vangelo (credere per avere vita) ci dicono che solo se ricordiamo e viviamo lo stile di Gesù ha senso continuare a esistere come chiesa per dare speranza all’umanità.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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