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20-22 Maggio 2022 - Taormina

Weekend vocazionale

Ricordati di tutto il cammino (Dt 8 2-3) Il week end 20-22 maggio trascorso nella comunità delle Figlie del Divino Zelo di Taormina, ha avuto il sapore della gioia e della meraviglia perché, dopo un lungo periodo di pausa, sono ripresi gli incontri in presenza con le giovani che hanno in cuore di fare della loro vita il sogno di Dio. Sono stati giorni ricchi di fraternità, accoglienza, preghiera, meditazioni e condivisione grazie alla presenza di Padre Delfio che da anni segue le giovani che si avvicinano a noi per un cammino di fede! La nostra gioia scaturisce dal vedere e conoscere i volti di queste ragazze che ci hanno raccontato la bellezza e la fatica delle loro storie e così poterle toccare con mano, guidandole con l'ascolto, la preghiera e la nostra vicinanza, affinché possano rivederle, riconoscere le meraviglie che Dio ha compiuto in esse e ringraziarlo con il cuore e la vita! Con entusiasmo diamo appuntamento al prossimo incontro che sarà il 20 giugno su piattaforma zoom e agli esercizi spirituali che si terranno in presenza a Marino (RM), dal 20 al 27 agosto per vivere dei giorni in ascolto della Parola e poter continuare la trama delle nostre vite, secondo il disegno di Dio su ciascuno di noi!

Semi di Parola

II Domenica di Pasqua Pace a voi (Gv 20,19-31)
È interessante notare come le prime parole che Gesù risorto rivolge ai discepoli riguardino la pace. Formalmente sembrerebbe il consueto saluto ebraico (Shalom alechèm) ma in realtà dicono molto di più: i discepoli hanno abbandonato il Signore nel momento buio della Passione e c’è chi l’ha rinnegato, come Pietro. Ma Gesù anziché agire di conseguenza lasciandoli al loro rimorso, li invita a trovare la pace; anzi, dice loro di diventare artefici di pace e di perdono, ancora una volta prendendo da lui l’esempio, come aveva già detto dopo la lavanda dei piedi. I discepoli devono amministrare il perdono non in modo arbitrario, come spesso si interpretano le parole del Risorto, ma come stile, dicendo così ciò che deve essere la chiesa: ministra di perdono perché il mondo, spesso spinto da istinti vendicativi e violenti, possa vedere che c’è un mondo diverso di affrontare i dissidi: non moltiplicando e amplificando le reazioni vendicative (pensiamo solo alle risorse sottratte alla cura e al sostentamento degli esseri umani per riarmarsi oltre ogni logica e realismo, visto che le uniche armi eventualmente deterrenti contro gli attacchi temuti sono quelle nucleari), ma aprendosi al dialogo e alla riconciliazione, insegnando, come Gesù, a fare il primo passo verso chi ha tradito la fiducia. Lo scetticismo di Tommaso nei confronti della risurrezione lo potremmo leggere come il cinismo disincantato di chi ritiene che nel mondo vince il più forte e il debole è destinato a restare piegato a terra. Nella sua risposata a Gesù (Mio Signore e mio Dio) possiamo leggere un cambio radicale di prospettiva: quelle parole che l’imperatore del tempo in cui fu scritto il vangelo (Domiziano) pretendeva per sé some riconoscimento del potere arbitrario e delirante sul mondo (ogni riferimento al nostro tempo non è casuale) sono ora rivolte a Gesù, sentito da Tommaso come il vero vincitore: se si lascia fare a chi usa la forza si è destinati alla distruzione; se si ha il coraggio di costruire la pace, invece, non si salva solo sé stessi o il proprio gruppo o nazione, ma il mondo intero. Ed oggi questo è drammaticamente vero. L’utopia di Papa Francesco nel voler perseguire la pace a tutti costi è stata in continuità con quelle prime parole pronunciate dal Risorto e affidate come unica vera eredità alla chiesa di ogni tempo. Le parole finali del vangelo (credere per avere vita) ci dicono che solo se ricordiamo e viviamo lo stile di Gesù ha senso continuare a esistere come chiesa per dare speranza all’umanità.

La Preghiera della Memoria

Attraverso i volti e la storia.

Belvedere del Rogate

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